LEGGENDE NAPOLETANE
, per la riva Platamonia, tendendo l'orecchio all'armonia delle onde, quasi che elle dicessero a lui solo parole misteriose. Onde fu detto Mago e molti
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Il bigio palazzo si erge nel mare. Non è diroccato, ma non fu mai finito; non cade, non cadrà, poiché la forte brezza marina solidifica ed imbruna le
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quelle donne lo saranno. Eppure fu un giorno in cui Diomede Carafa credette di arrivare al culmine inaccessibile della sua vita, al momento fatale in
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scarso al confronto dell'amore per una bella sempre presente e crudele. La sapete voi la seconda storiella? Vi fu una volta un giovanetto leggiadro e
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digradavano lievemente nel mare; scacciò le sirene e vi mise le sue bellissime schiave. Fu un pianto solo per le grotte di corallo tra le alghe verdi; e
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La quale istoria fu così. Nell'anno 1445 dalla fruttifera Incarnazione, regnando Alfonso d'Aragona, una fanciulla a nome Caterina Frezza, figlia di
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morbidi ed umidicci, li mise a rasciugare al sole. Poi mise in tegame strutto di porco, cipolla tagliuzzata finissima e sale; quando la cipolla fu
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di Tecla giganteggiò, immenso, l'amore. Fu una grande sconfitta; fu un gran trionfo. D'un tratto la fierezza si annegò nella umiltà, l'orgoglio fu
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, fatta d'aria, ondeggiante; fu un balenìo lieve, un luccicare, un istante solo di luce. Egli corse, ansioso, rinvigorito; nulla ritrovò, la forma
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vestito, che fu di porpora, copre le belle membra; ora ella è gaia, ma spera solo dalle piogge benefiche il lavacro, che terge le sue strade nere e sporche
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svenuto in un combattimento, fu creduto morto e portato a seppellire, ma risvegliatosi d'un tratto, saltò fuori dalla bara più animoso e sbaragliò e
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uomini. Una notte Provvidenza, buona speranza scomparve e non si seppe più nulla di lui, né fu più visto. Un ortolano di Capodimonte narrò di averlo